Il giovane Oronzo Provenzano, capostipite di una famiglia di gelatai e pasticcieri, aveva lavorato per alcuni anni come aiutante a Casalpusterlengo in un negozio che si trovava accanto ad una piccola gelateria in cui il ragazzo, avido d’apprendere i segreti del mestiere, trascorreva tutto il suo tempo libero.

Qui nacque la sua passione per il gelato, passione che lo accompagnò per tutta la vita e che trasmise ai suoi sette figli. Nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto, turbato dagli avvenimenti di quei giorni, rientrò al suo paese e iniziò la sua attività di commerciante, aprendo un negozio in via Roma. Nel 1920 riuscì a preparare il suo primo gelato, servendosi di una “sorbettiera” di fortuna realizzata con i rudimentali mezzi che poteva avere a disposizione: una tinozza, ghiaccio e sale.

Il risultato non dovette essere disprezzabile se continuò a produrre gelato migliorandolo nel corso degli anni, grazie anche al contributo dei figli maggiori, tanto che negli anni ’30 si decise di acquistare dalla ditta Carle & Montanari di Milano una macchina per produrre gelato.

Fu un impulso notevole per la ditta Provenzano che già aveva iniziato a farsi conoscere nella zona, gli affari andavano davvero bene, ma Oronzo era preoccupato perché non aveva ancora pagato la macchina e l’azienda non inviava richieste di denaro. Dopo alcuni mesi decise di inviare comunque quanto dovuto, spiegando di aver atteso a lungo un loro avviso per il pagamento. L’azienda rispose ringraziando profondamente: il contratto era stato smarrito.

In segno di riconoscimento per tanta onestà gli inviò in omaggio un libro di pasticceria della casa editrice Hoepli. La ditta Provenzano ampliò così la sua produzione aprendo un piccolo laboratorio di pasticceria in via S. Antonio e subito dopo cominciò a coltivare l’idea di aprire un bar in Piazza Garibaldi, un vero bar, nuovo e moderno.

Era l’anno 1939 e, dell’apertura del nuovo locale, ci resta una foto in cui sono ritratti il più piccolo dei sette figli, tutti maschi, Silvio (il bimbo con il gelato in mano), il fratello Amleto (il barista che offre gelati agli avventori), lo stesso Oronzo (seduto, al centro della foto) e Ugo alle sue spalle.

Seguiranno molteplici evoluzioni dell’azienda fino alla realizzazione di una vera e propria fabbrica di gelati e dolciumi di ogni genere e tipo. Il locale in piazza, con il susseguirsi degli eventi, passo sotto la responsabilità di Ugo, che con tenacia e passione lo ha tramandato a noi fino al compimento dei primi 100 anni di storia.

Il ruolo che ha avuto Ugo è stato determinante ed indiscutibile, tanto che quando nel 2005 ci ha lasciati si è scritto di lui:

“Non sono moltissime le persone delle quali si possa dire, quando non ci sono più, che hanno lasciato un vuoto nella nostra mente, nel nostro cuore. O anche, soltanto, nella memoria collettiva. Ugo Provenzano è stata una di queste persone.

Lo conoscevamo tutti; la sua figura ci era famigliare quasi come una persona di famiglia. Il suo fare spiccio rispecchiava un lato del suo carattere: sbrigativo. O, si potrebbe dire, veloce. Rispecchiava il passo che aveva quando era nel pieno della sua efficienza: così veloce che era difficile stargli a paro o tenergli dietro. Era il passo dell’azienda, che correva veloce come lui. Non c’erano soste, in una vita che è stata sempre azione.

In una vita che è stata sempre incontro: cordiale, affabile, ma senza superfluità. Così ci piace ricordarlo, e ricordarlo ai “visitatori” che lo hanno conosciuto. Anche a chi non lo ha conosciuto vogliamo ricordarlo: è una di quelle “icone” che finiscono per imprimersi nella mente di tutti, una di quelle figure che non si possono pensare scompagnate dal paesaggio della nostra Tuglie.

Con questo piccolo omaggio non intendiamo celebrarlo; era alieno da simili forme di riconoscimento. Ci limitiamo a dirgli un “addio” che interpreta, ne siamo certi, un sentimento ed un rimpianto comuni.